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IL CAVALIERE AZZURRO

Nel 1903 Kandinskij dipinse un quadro olio su tela (55x60), il “Cavaliere azzurro”, che è una delle sue opere più importanti. L’opera rappresenta un cavaliere con il mantello azzurro, che attraversa, su un cavallo bianco al galoppo, una collina verde - oro. Tale collina è delimitata da una linea curva continua costituita da alberi con le foglie ingiallite, chiaro segno del fatto che ci troviamo nella stagione autunnale. Questi alberi, il colore bluastro della foresta e il celeste del cielo, costituito da nuvole scarlatte, sono il completamento cromatico per la grazia dell’ambientazione.

Kandinskij decise di dipingere questo quadrò perché amava le leggende e le fiabe del medioevo tedesco e della tradizione popolare russa. In particolare, egli era affascinato dalla figura dei cavalieri che combattono il male, affrontando le battaglie più pericolose, e per questo sono il simbolo della lotta fra il bene e il male. Oltre questo, Kandinskij intendeva anche il rapporto tra uomo e cavallo come una simbiosi perfetta.

“Il cavallo trascina l’artista con forza e velocità, ma il cavaliere guida il cavallo. Il talento trascina l’artista, ma l’artista conduce il suo talento.”

Questa opera è caratterizzata dall’Impressionismo, a cui inizialmente si avvicinò Kandinskij, portandosi poi, successivamente, verso l’astrattismo.

Anche nell’ambito artistico la figura del cavallo è sempre stata molto importante, talvolta anche dominante, come ad esempio nel “Cavaliere azzurro” di Vasilij Kandinskij.

 

Il Cavaliere azzurro, oltre che un’opera, era anche un’associazione artistica che sta alle origini dell’astrattismo. Quest’associazione nacque nel 1911, creata da Kandinskij e Franz Marc, ed era composto da vari artisti, concentrati attorno alle figure di Kandinskij e Marc. Il nome dell’associazione ebbe origine dalla passione di Kandinskij per il colore blu e dall’amore di Marc per i cavalli. Per Kandinskij, il blu è il colore della spiritualità, più è scuro e più risveglia l’umano desiderio per l’eterno. La figura romantica del cavaliere che combatte per il bene allude alla missione salvifica dell’artista che lotta per l’affermazione di un nuovo tipo di arte, contro la società borghese materialista. Infatti, gli artisti del Cavaliere azzurro furono interessati all’arte medievale e all’arte primitiva, come anche al panorama artistico non figurativo francese. La loro intenzione era quella di fondere tendenze artistiche varie, ma accomunate da istanze di tipo spiritualista e simbolista, dove la definizione della forma è determinata da impulsi interiori, dalla soggettività dell’artista, ed attuata attraverso linee ed accostamenti cromatici ispirati alla musica.

Inizialmente venne creato un almanacco, pubblicato nel 1912 a Monaco di Baviera, ma il Cavaliere azzurro non fu una scuola con un chiaro programma, in quanto fu un’aggregazione libera di personalità distinte, accomunate dalla convinzione che la pittura dovesse prendere le distanze dai dati della realtà.

Il Cavaliere azzurro si sciolse nel 1914, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Per quanto detto prima, si può dire che si afferma così una tendenza all’astrazione, all’arte non figurativa, che viene poi teorizzata da Kandinskij come una possibilità di allontanarsi dal reale e di immergersi nell’io, trovando un contatto profondo con la realtà.

 

L’astrattismo nacque dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee e colori. Con il termine “astrattismo” vengono indicate le forme di espressione artistica visuale non figurative, dove non vi siano appigli che consentano di ricondurre l’immagine dipinta ad una qualsiasi rappresentazione della realtà.

Kandinskij, come già accennato, iniziò a realizzare una pittura espressionistica, accentuando il colore, passando poi alla pittura astratta, caratterizzata dall’assenza di figure riconoscibili. Kandinskij vuole suscitare emozioni interiori, utilizzando solo la capacità dei colori di trasmettere le sensazioni.

 

 

Un’opera molto importante di Kandinskij, che caratterizza l’astrattismo, è “Su bianco II”, opera in cui si ritrovano, ancora una volta, le figure del cavallo e del cavaliere. Al centro del quadro ci sono delle linee nere, le quali unificano le figure del cavallo e del cavaliere, la cui testa circolare spicca sulla linea della lancia.

 

Kandinskij dipinse “Su bianco II” nel 1923, dopo aver dipinto Su bianco I. Nonostante, però, la similarità dei titoli, l’unico motivo in comune tra le due opere è quello della scacchiera. Kandinskij scelse proprio quest’opera per mostrare l’evoluzione della sua arte in una mostra organizzata a Parigi nel 1937.

Nel 1922 Kandinskij eseguì un acquerello preparatorio molto simile all’opera finale, da cui si differisce solo per il colore e per le dimensioni di alcune forme, come ad esempio il triangolo giallo, che nel dipinto è più stretto e meno aranciato rispetto a quello dell’acquerello.

L’equilibrio compositivo complessivo è dato dall’associazione di linee dritte, tratti arrotondati e vari tipi di forme: triangoli, quadrilateri, scacchiere e cerchi. L’insieme è piuttosto grezzo e rigido, ma è reso più dolce dargli elementi circolari e dalle linee curve.

La composizione del dipinto si inscrive in un quadrato quasi perfetto ed è organizzata attorno a due grandi diagonali nere: una, spezzata, inizia nella parte superiore del trapezio centra, l’altra, dritta, è accompagnata, nella parte inferiore, da semicerchi che accentuano il dinamismo dell’opera.

Nella diagonale che attraversa la composizione, Per Weiss vi vede una reminescenza della lancia di san Giorgio, motivo che Kandinskij inserisce spesso nelle sue opere. Oltre a questo, è molto ricorrente anche il motivo della scacchiera.

La produzione di Kandinskij di questo periodo viene definita “fredda”, in quanto caratterizzata da una tavolozza limitata ai colori primari e dominata da forme geometriche, diagonali e cerchi perfetti.

 

Il cavallo e il

 

suo rapporto

 

con l'uomo

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