top of page

Il coraggio (dal latino “cor habeo”, da cor, cordis e dal verbo habere = avere cuore) è la virtù umana, spesso indicata anche come fortitudo o fortezza, che fa si che chi ne è dotato non si sbigottisca di fronte ai pericoli, affronti con serenità i rischi, non si abbatta per dolori fisici o morale, e più in generale, affronti a viso aperto la soffeeenza, il pericolo, l’incertezza e l’intimidazione.

"

"

 

 

Ho scelto di partire dalla definizione di coraggio perché, secondo me, è uno dei principi fondamentali dell’equitazione e del rapporto tra uomo e cavallo. Serve coraggio per partire da zero, porsi degli obiettivi, credere in qualcuno o qualcosa.

Coraggio: AVERE CUORE. Portare avanti i propri sogni, lottare per essi, ma soprattutto avere cuore, è questo l’importante.

Il rapporto tra uomo e cavallo c’è sempre stato; fin dall’antichità il cavallo ha accompagnato l’uomo nei secoli, utilizzato come mezzo di trasporto e come compagno di guerra. Ai giorni nostri, però, qualcosa è cambiato: il cavallo è diventato l’unico animale impiegato in uno sport olimpionico, l’equitazione.

 

Tutto ciò ha portato ad un cambiamento anche nel rapporto tra uomo e cavallo, che possiamo considerarli come due pezzi di puzzle che si incastrano l’uno con l’altro per formare un binomio, in cui è necessaria una perfetta armonia, un rapporto di intesa e reciproca fiducia, e in cui non deve mancare una buona dose di coraggio.

 

 

 

La filosofia occidentale considera le cicatrici come un qualcosa da eliminare o da occultare. Qualcosa di disarmonico che rovina la figura, che non va mostrato e valorizzato. Un punto debole, invece che un punto di forza. A mio avviso, però, urti, cadute e fallimenti, vissuti uno dietro l’altro, lasciano sì delle cicatrici, ma è grazie ad esse che può dirsi creato il binomio tra cavallo e cavaliere. Che possono dirsi raggiunti gli obiettivi prefissati.

Per ottenere tutto ciò è necessario tirare fuori la tigre che è in noi e lottare con tutte le nostre forze, ed è così che i risultati arrivano.

 

Non si può parlare, però, di equitazione nelle epoche passate, in quanto il cavallo non veniva utilizzato in termini di sport,  bensì come compagno per i soldati in guerra, quindi, in specifico, come mezzo di trasporto, ed anche come animale da lavoro agricolo. Nonostante ciò si conoscono importanti figure accompagnate da cavalli, come ad esempio D’Annunzio o Napoleone, o anche Mussolini.

Si può quindi dire che è anche grazie alle informazioni e conoscenze storiche, oltre a quelle attuali, che possiamo comprendere la vera importanza del cavallo.

 

Basta trovare un po’ di coraggio, di credere in noi o di lasciare che qualcuno veda in noi la luce che non riusciamo a vedere.

"

"

Sara Moni - Elite Van Het Lindehof

 

Il cavallo e il

 

suo rapporto

 

con l'uomo

​© 2015 Moni Sara

Proudly created with Wix.com

bottom of page